Le origini del corallo sono legate a diverse leggende; la più accreditata e diffusa è quella del celebre poeta romano Ovidio, secondo cui il corallo rosso nacque dal sangue di Medusa, una delle Gorgoni, quando Perseo la decapitò.
Le Gorgoni erano una Triade divina composta dalle figlie di Forco e Ceto. Abitavano nell’estremo occidente, presso il regno dei morti, vicino alle Esperidi. Avevano capelli a forma di serpenti, ali d’oro e mani di bronzo, e il loro mostruoso aspetto rendeva di pietra chiunque le fissasse. Così il sangue gocciolante dalla testa recisa di Medusa pietrificò alcune alghe con cui venne a contatto che divennero di colore rosso, divenendo corallo.
Per secoli l’uomo vide convivere nel corallo i tre regni della natura quello animale, vegetale e minerale, non riuscendo a relegarlo in uno solo di essi.
Il corallo è un esoscheletro calcareo delle colonie di alcuni celenterati antozoi ottocoralli, che cresce in acque limpide, non inquinate e relativamente calde.
La storia del corallo, del suo uso e della sua lavorazione può essere così riassunta:
700 a.c. – il corallo assume nell’Antica Roma proprietà curative ed apotropaiche. Era in uso far indossare ai neonati rametti di corallo grezzo ed usare la polvere di tale sostanza come medicinale per prevenire le crisi epilettiche, gli incubi ed i dolori della dentizione;
1000 – il corallo viene ancora usato come amuleto specifico dell’infanzia, e la presenza di rametti cruciformi unì il significato del corallo, con le sue capacità apotropaiche, al significato della Croce, rendendolo un amuleto contro il demonio. Nelle pratiche di devozione fu introdotto il Rosario, che veniva prodotto con grani rossi di corallo che richiamavano le Rose mistiche del giardino mariano;
1400 – cominciò ad essere pescato in grandi quantitativi e lavorato a Torre del Greco. In quell’epoca la città di Livorno deteneva il monopolio del corallo grezzo;
1500 – alla tradizionale valenza apotropaica si sostituiscono l’amore per la meraviglia, per la capacità di trasformazione dei materiali e per la bravura degli artefici, paragonata a quella dell’alchimista o del demiurgo;
1600 – vengono prodotti, specialmente in Italia meridionale, oggetti di un raffinato artigianato sia devozionali che di ispirazione mitologica, rivolto alle corti italiane e spagnole;
1700 – grazie alla dinastia borbonica, la cittadina torrese incominciò a diventare uno dei poli di lavorazione e produzione più importanti. Il Re, per favorire lo sviluppo dell’artigianato, ridusse l’imposta sul corallo grezzo importato, ma non riuscì ad avviare una fabbrica nella città, influenzata dalla Rivoluzione francese e dall’eruzione del Vesuvio del 1794;
1800 – Ferdinando IV di Borbone riuscì ad aprire la prima fabbrica di produzione del corallo a Torre del Greco. In quell’epoca si passò dalla fabbricazione di elementi sacri a quella di elementi decorativi e di uso comune come pettini, fermagli e tagliacarte, che venivano sempre più richiesti dalla borghesia emergente. I torresi si avventurarono fino alle coste dell’Africa, sbaragliando la concorrenza delle altre città e diventando il principale centro della lavorazione del corallo in Italia.
1876 – L’on.Giovanni Della Rocca, deputato della XII legislatura, ottenne il decreto con cui veniva istituita a Torre del Greco la Scuola d’Incisione sul Corallo e di Disegno artistico industriale, facendo così divenire la cittadina torrese uno dei centri produttivi mondiali per la lavorazione del corallo e delle conchiglie, con l’intento di formare i giovani all’arte dell’incisione. La scuola napoletana, infatti, mantiene ancora oggi il primato per le più avanzate lavorazioni del cameo e del corallo soprattutto nella zona già citata di Torre del Greco.
Oggi il corallo, oltre che a Torre del Greco, viene estratto nel Golfo di Napoli, vicino Capri e nei pressi di Ischia, e lavorato sulle coste della Regione. Ne esistono diversi tipi con varie tonalità di colore che vanno dal rosso al bianco, blu, marrone e nero, anche se il corallo del Mediterraneo è rosso. I più pregiati sono il moro, dal colore rosso cupo, e quello dal colore rosa pallido e delicato detto “pelle d’angelo”.
A Napoli, all’interno della galleria Umberto I, nel San Ferdinando, è possibile ripercorrere e rivivere la storia del corallo visitando il famoso Museo del corallo, le cui collezioni ripercorrono la storia della lavorazione del corallo attraverso l’esposizione di documenti originali e delle più significative creazioni di Torre del Greco dall’Ottocento fino al moderno e al contemporaneo.