Stingo, Massa, Chiaiese, Barberio, Giustiniani.
Nomi, fabbriche, artigiani di peso e di rilievo nella Napoli Settecentesca.
Nomi, fabbriche e artigiani sinonimi per secoli di Ceramica.
Una produzione artistico-artigianale figlia del clima culturale di una Capitale europea, qual era la città partenopea: una Ceramica, quella napoletana, espressione del gusto raffinato del tempo e delle straordinarie abilità delle maestranze locali.
Così è stato per secoli.
Poi.
Quel clima è mutato.
Quella Capitale è decaduta.
Il gusto si è fatto molto meno raffinato.
Poi.
La crisi, prima dei singoli artigiani, delle singole fabbriche, a seguire dell’intero comparto.
Ed un insostituibile patrimonio di saperi, maestranze, attrezzature e macchinari dell’attività ceramica tradizionale napoletana è andata smarrita.
Ma non del tutto, non per sempre.
C’è chi ha resistito, non ha mollato ed oggi simboleggia il trait d’union fra quella “Storia” e la contemporaneità:
Antica Manifattura Ceramica Fratelli Stingo, via Brecce a Sant’Erasmo, Napoli.
Nel cuore di quella che un tempo fu la “Zona Industriale” ad est del Centro antico della città.
Un atto di resistenza, un simbolo, tangibile e visibile, della voglia di non mollare, di continuare a credere nel proprio lavoro, nella propria storia familiare, in una passione che è motore di ogni braccia e di ogni mente che lavora nella piccola fabbrica di Gianturco.
Imma e Simona Stingo, con coraggio, audacia e non comuni doti imprenditoriali tengono oggi le redini dell’impresa di famiglia:
“Se siamo qui seduti a parlare ancora delle Ceramiche Stingo un indiscutibile merito va riconosciuto a mio nonno, è stato un riferimento fondamentale per tutti, capace nei momenti più critici di mantenere la barra dritta, di tenere in vita l’azienda senza snaturarla, senza rinunciare mai agli alti standard qualitativi da sempre perseguiti nella produzione; è stato un personale fondamentale riferimento anche per i miei inizi lavorativi in fabbrica: nel ’77, venuto a mancare mio padre è stato mio nonno, già novantenne all’epoca, ad introdurmi agli aspetti non solo tecnici ma anche a quelli più prettamente storici e artistici dell’attività. I primi anni non sono stati facili, anche i miei stessi zii, che con mio padre guidavano l’azienda familiare, erano fortemente dubbiosi sulle mie capacità di poter intraprendere quest’attività, le stesse maestranze, in quegli anni, non vedevano di buon occhio una presenza femminile dentro un universo lavorativo all’epoca totalmente maschile, mi sentivo spesso ripetere -<< Signurì, eh ma nuje mica ve stamm’ a sentì a vuje ca site femmena…>>-. Ma la voglia di subentrare a mio padre, la passione che maturava forte per questo lavoro, mi erano di estremo aiuto per affrontare questo muro di diffidenza: iniziai così a lavorare di notte in fabbrica, all’insaputa dei miei zii, imparavo a dipingere i piatti adottando gli stessi decori delle mattonelle, e così facendo mi appropriavo delle conoscenze tecniche del lavoro e della fiducia di chi già lavorava in fabbrica”.
Quella dell’Antica Manifattura Ceramica dei Fratelli Stingo è dunque oggi l’ultima e unica produzione originale di maioliche rimasta attiva nella città di Napoli, ma a questo onorevole ed oneroso traguardo la famiglia Stingo vi è giunta grazie alla scelta, tramandata di generazione in generazione, di continuare ostinatamente a credere nella qualità, di ammantarla di raffinatezza, di caratterizzarla per unicità ed offrirla così, sotto forma di maioliche, ai propri clienti:
“Nel tempo, anche in quello della crisi, abbiamo disperatamente mantenuto un target qualitativo altissimo per le nostre produzioni, ed abbiamo lavorato in questi anni per far sì che quanto di tradizionale ed unico vi era nella produzione napoletana di ceramica, potesse divenire segno di riconoscimento e caratterizzazione di tutte i prodotti Stingo.
La differenza fra ciò che caratterizza la nostra produzione odierna e quella ad esempio di Vietri è una differenza apparentemente sottile ma che esprime le profonde diversità stilistiche fra la tradizione napoletana e quella vietrese: nel nostro caso l’influenza della cultura borbonica è significativa, vi è maggiore ricerca di raffinatezza, e non dico questo in senso dispregiativo rispetto alla tradizione vietrese, è solo che quella ha caratteri che potremmo definire più “naif”. Nella tradizione napoletana, ad esempio, abbiamo una molteplicità di sfumature di colore, questo non è mai netto, il passaggio ad esempio dall’arancio di un fondo ad un giallo è lieve…Vi è poi una cura per ogni elemento di dettaglio delle raffigurazioni…se una scena presenta anche piccoli alberi sullo sfondo è massima la cura anche nella realizzazione dettagliata di questi…I riferimenti della tradizione napoletana sono, ad esempio, le maioliche del Palizzi, ed è a quello stile, a quella raffinatezza, a quella capacità artistica che dobbiamo guardare ancora oggi”.
Piastrelle, vasi in terracotta, lampade, bomboniere, svariati oggetti e complementi d’arredo vengono prodotti oggi nell’Antica Manifattura Stingo ancora completamente a mano, grazie alla bravura di maestranze di vecchia generazione alle quali si affiancano più giovani ma altrettanto eccellenti mani artigiane.
Enorme è il patrimonio storico di disegni di proprietà degli Stingo, tramandato da secoli ed ancora oggi arricchito con nuove idee e soluzioni stilistiche per rispondere alle più contemporanee tendenze dell’architettura e dell’arredamento. Un patrimonio dall’enorme valenza artistico-artigianale che ha spinto la Fondazione “Emiddio Mele” di Napoli a finanziare la sua integrale archiviazione digitalizzata:
“Nella nostra fabbrica realizziamo maioliche secondo quella che era la tecnica in uso nel ‘700, le decorazioni vengono fatte integralmente a mano, i vasi vengono realizzati allo stesso modo, tranne che per rari casi gli attrezzi che si adoperano sono rimasti gli stessi: una linea dritta la facciamo con il tiralinee, alcuni pennelli sono ancora fatti con crine di cavallo, la contornatura dei disegni si fa con la materia grassa…l’innovazione è stata introdotta solamente per alleggerire il carico di lavoro umano: se ad esempio i pezzi sono pochi la smaltatura avviene ancora anch’essa a mano, diversamente adoperiamo una smaltatrice. Tecniche e materiali utilizzati sono di altissima qualità perché i nostri prodotti devono durare significativamente nel tempo, devono subirne gli effetti, pensiamo ad esempio ad una mattonella, senza esserne scalfiti”.
Maestria, tradizione, qualità, raffinatezza.
Questo è quello che ricerca ed offre attraverso la sua variegata produzione l’Antica Manifattura Ceramica dei Fratelli Stingo.
Questo è quello che ricerca e richiede la sua clientela, locale, nazionale e internazionale, composta da privati e grandi committenti come ad esempio il “Four Season-Surf Club” di Miami, i grandi alberghi “Regina Isabella” di Ischia, “San Pietro” e ‘Le Sirenuse’ a Positano, “Scalinatella” a Capri, “Villa Rosebery” residenza napoletana della Presidenza della Repubblica, ed ancora i restauri commissionati per numerosi edifici storici napoletani fra i quali il “Chiostro di Santa Chiara” e la “Chiesa delle Grazie a Caponapoli”:
“La nostra clientela apprezza la manualità, il lavoro artigianale che è dietro ogni nostra creazione, apprezza il fatto che si possa realizzare un pezzo su misura per i suoi gusti, le sue esigenze. E’ un rapporto che preferiamo curare qui in fabbrica a Napoli, dove il cliente può materialmente vedere come lavoriamo e dove noi possiamo meglio capire quel che cerca e meglio calibrare ad hoc la nostra proposta, né più né meno di quel che accade in una sartoria di abiti su misura. Ed il fatto che sempre più clienti chiedano che sia visibile sul prodotto che gli realizziamo il nome Stingo è il riconoscimento che esso è divenuto nel tempo sinonimo di qualità e unicità.
La sfida che attende in futuro le sorelle Stingo è una sfida condivisa con la città di Napoli, con quanti in essa hanno a cuore la valorizzazione della sua storia, anche artigianale, ed il ricomporsi di quei fasti culturali ed economici che pure ha conosciuto.
Dare visibilità, supporto e sostegno a realtà produttive come questa significa si preservare posti di lavoro ma ancor più offrire un ulteriore tangibile testimonianza che il “fare di Napoli”, quando viene fatto bene, con abilità e intelligenza, è un “fare” che assume quasi sempre il carattere di unicità e che si mostra al mondo ammantandosi di bellezza, gusto e raffinatezza, tipicamente partenopea.
Esattamente così com’è “il fare” dell’ Antica Manifattura Ceramica dei Fratelli Stingo.
Contatti
Fratelli Stingo
Antica Manifattura Ceramica
Via Brecce Sant’Erasmo 111
Napoli
081.261617
info@ceramicastingo.com
www.ceramicastingo.com