Ebanisteria
Una cornice con foto antiche all’ingresso della bottega.
Che raccontano in soli tre scatti una storia artigiana familiare ultracentenaria.
Un bisnonno, un nonno, un padre, oggi un figlio insieme ai suoi figli.
Sorrentino.
Ebanisti.
Dal 1885:
“Il mio bisnonno ha iniziato l’attività artigiana in famiglia e si sono succedute nel tempo quattro generazioni, oggi con i miei figli già qui a lavoro in bottega, è subentrata anche la quinta generazione di Sorrentino.
Io personalmente ho iniziato a 8 anni, durante le vacanze scolastiche estive mentre miei amici se ne andavano al mare io seguivo mio padre nella sua bottega, lui ci teneva che imparassi il mestiere fin da bambino…e in pratica da allora ad oggi, dopo 53 anni, non ho di fatto mai smesso di lavorare.
L’attività di mio padre era inizialmente al Viale Elena, l’attuale Viale Gramsci, poi si trasferì verso la zona della Torretta; quando ho rilevato io l’attività abbiamo girato un po’ fra diverse sedi prima di stabilirci definitivamente qui in via Bausan: questa anticamente era una zona ricca di botteghe artigiane, poi quando hanno iniziato ad insediarsi a decine e decine pub, ristoranti e bar, i proprietari dei locali commerciali hanno incrementato paurosamente i costi dei fitti e questo ha condannato al trasferimento, ed in molti casi anche alla chiusura, tantissime attività artigiane che non potevano certo permettersi quei costi mensili di affitto.
Una presenza artigiana che offriva i propri servizi anche ai tanti Antiquari che operavano e che oggi sono solo in parte ancora presenti nella zona compresa fra via Domenico Morelli e via Carlo Poerio.
Noi ci siamo ancora, con non poche difficoltà ed insieme ad altre poche botteghe proviamo a tenere ancora viva l’antica vocazione artigianale di questa zona di Napoli. Oggi con me in bottega ci sono anche mio figlio Amedeo e mio genero Luca che hanno imparato da me il mestiere e che oggi si stanno specializzando anche in una ulteriore nostra particolare attività che consiste nella realizzazione di mobili in miniatura”Salvatore Sorrentino ci accoglie nella bottega di Via Bausan, al numero 28/G, lì dove prosegue oggi una storia artigiana napoletana iniziata nel 1885: cinque generazioni di ebanisti, maestri indiscussi nel restauro e nella conservazione di arredi e manufatti lignei, specializzati nelle discipline dell’intarsio e dell’intaglio.
Da oltre quarant’anni Salvatore dirige e prosegue l’attività di famiglia, affiancato oggi dal figlio Amedeo e dal genero Luca che sono il “futuro nel presente” dell’Ebanisteria Sorrentino.La ditta si posiziona oggi fra le realtà artigiane d’eccellenza, come testimonia anche la nutrita schiera di clienti, privati e pubblici, che da anni (e nel caso di alcune famiglie storiche napoletane addirittura da generazioni) si affidano alla sua consulenza ed agli interventi specializzati che essa offre a soluzione di qualsiasi esigenza tecnica:“Oggi lavoriamo per i più accreditati antiquari napoletani, così come per diverse casate nobiliari meridionali.
Per molte Diocesi campane svolgiamo attività di consulenza e d’intervento restaurativo o di manutenzione del patrimonio ecclesiastico. Abbiamo svolto incarichi commissionati dalla Soprintendenza ai Beni Culturali e che riguardavano interventi restaurativi su pezzi appartenenti al patrimonio dell’appartamento storico del Palazzo Reale di Napoli.
Altri lavori li abbiamo realizzati per il Museo Pignatelli e per la Chiesa di Sant’Anna alle Paludi. Ed una parte importante della nostra clientela è “storica”, nel senso che si è andata tramandando di generazione in generazione, perché magari già clienti di mio nonno, poi di mio padre ed oggi nostri: è una grandissima fiducia che ci è stata accordata negli anni in cambio dell’altissimo livello qualitativo dei servizi che offriamo”
Il restauro di mobili antichi è attività estremamente complessa, che si ascrive a pieno diritto nell’ambito delle produzioni artigianali artistiche e che richiede, a fianco di abilità tecniche necessarie a poter svolgere con maestria il lavoro, anche il possesso di un vasto patrimonio di conoscenze sugli aspetti storici, culturali, artistici e formali afferenti arredi e manufatti lignei:
“Il nostro mestiere richiede conoscenza: del mobile, dei diversi stili nelle diverse epoche, delle diverse essenze di legno adottate, delle tecniche e degli interventi da fare…ed è una conoscenza che devi anche saper comunicare al cliente all’atto di presentare un preventivo che va ovviamente spiegato con cura, altrimenti sfuggirebbe tutto il grosso del lavoro e delle abilità che sono richieste per svolgere quest’attività artigianale…il cliente deve avere coscienza di quello di cui il mobile ha bisogno e di come si dovrà intervenire su di esso: gli mostri le pecche, gli fai comprendere lo stato generale di “salute” del mobile, se è molto rovinato, mediamente rovinato o necessita solo di un intervento di lucidatura, e poi devi spiegargli come verrà svolto il lavoro, nelle sue diverse fasi, con i materiali originali che si andranno a utilizzare…E’ un mestiere questo dove l’abilità non basta, ma la capacità artigiana si completa con un lavoro di conoscenza, documentazione sull’opera d’arte antica”.
Gli occhi di Salvatore Sorrentino raccontano, ancor prima delle sue parole, la passione e l’amore che nutre per il suo mestiere e che ha poi saputo tramandare, senza imposizioni, prima a suo figlio Amedeo e poi a suo genero Luca:
“Questo è un mestiere bello perché lavori vicino a cose belle, mobili antichi, che hanno bisogno del tuo lavoro per mantenere quella bellezza o per ritrovarla di nuovo con gli interventi di restauro. Noi facciamo recuperare una storia al cliente con il nostro lavoro, quella storia che è scritta direttamente nel legno di quel mobile.
Nel lavoro artigiano non esiste monotonia, non sei lì ogni giorno a fare e ripetere sempre le stesse cose ma cambi sempre, continuamente: oggi c’è l’impiallacciatura, domani un incollaggio, dopodomani una lucidatura…e il fatto che il lavoro che fai non è monotono non ti rende monotona l’intera vita…diventa uno stimolo per andare avanti su tutto.
Personalmente a me questo mestiere ha insegnato tante cose anche esterne all’ambito professionale…quando mio padre finì io mi ritrovai alla guida dell’attività a soli 19 anni, circondato dagli operai anziani che lavoravano in bottega che non vedevano di buon occhio la mia presenza, non si fidavano delle mie capacità…E lì ho dovuto imparare a far fronte in maniera decisa alle difficoltà, mi sono dovuto misurare con me stesso per dimostrare a loro che avevo abilità per fare e capacità di guidare la bottega di mio padre…Non è stato facile, però se non avessi insistito all’epoca, oggi, di fatto, non ci sarebbe più né la bottega, né la storia artigiana della mia famiglia”
Recuperare la bellezza dell’antico, rivalorizzare l’opera di chi l’aveva ideata e realizzata donandole nuova luce grazie agli interventi di restauro, conservazione o consolidamento.
L’Ebanisteria Sorrentino ha maturato nella sua lunghissima esperienza una specifica competenza anche nel trattamento dei legni più pregiati quali l’ebano viola, l’ebano nero, il bosso e il palissandro; ma oggi, fra degrado della qualità delle materie prime e vincoli ambientali, è stato indispensabile trovare strategie adeguate che permettessero di mantenere gli altissimi loro standard qualitativi. Ed anche per far fronte a questo importante aspetto dell’attività artigiana è giunto l’aiuto dalle passate generazioni:
“Oggi la qualità dei prodotti e dei materiali che necessitiamo per svolgere il nostro lavoro quotidiano è significativamente peggiorata rispetto al passato, quindi abbiamo dovuto sviluppare delle nostre soluzioni che fossero all’altezza della qualità degli interventi che realizziamo: il recupero, ad esempio, di pezzi da mobili antichi ma irreparabilmente danneggiati o in disuso è una di queste “soluzioni”, semplice ma fondamentale nel lavoro che facciamo perché così ci garantiamo del materiale ligneo di buona qualità difficile da trovare sul mercato, anche perché oggi l’ebanisteria deve fare i conti, giustamente, con le leggi di salvaguardia e tutela ambientale che hanno definitivamente vietato la commercializzazione di tanti legni pregiati con i quali in passato invece si costruivano mobili…Fortunatamente anche per questo aspetto del lavoro ho avuto dei predecessori, quali mio nonno e mio padre, che avevano già capito all’epoca l’importanza del “riciclo” e mi hanno tramandato un quantitativo di materiale recuperato da mobili antichi con il quale potrà ancora lavorarci un’altra generazione di ebanisti Sorrentino”.
Dopo aver appreso da Salvatore segreti e tecniche costruttive, da alcuni anni Amedeo e Luca hanno dato vita ad una nuova particolarissima attività artigianale qual è quella della realizzazione di mobili in miniatura: perfettamente funzionali, hanno la stessa struttura dei mobili grandi ma ridotti a scala di piccole dimensioni; eseguiti in legno di pioppo vengono costruiti sulla base di tecniche e modelli propri dei mobili antichi: nessun utilizzo di chiodi in ferro ma esclusivamente incastri a coda di rondine e chiodi in legno. Per la loro creazione vengono impiegate inoltre essenze di legni pregiati quali l’ebano, il legno di rose, la radica di noce ciliegio, la piuma di mogano, il palissandro, l’acero occhiello. Le miniature sono ulteriormente valorizzate da inserti e decorazioni in madreperla, tartaruga, avorio e marmo:
“La produzione di mobili in miniatura è nata per scommessa, circa cinque anni fa: parlando in bottega con mio figlio e mio genero spesso io ricordo dei miei inizi lavorativi, che sono stati ovviamente, perché era diversa l’epoca, non proprio facili…anche il rapporto con il “Maestro” della bottega non era lo stesso di quello che io ho avuto con Amedeo e Luca…nonostante però le difficoltà io nutrivo già da ragazzo questa passione per costruirmi da solo dei mobili in miniatura, che poi, all’insaputa di mio padre, vendevo per avere qualche soldo in più in tasca per uscire con la fidanzata, per andare al cinema…Durante uno di questi miei “racconti” sia mio figlio che mio genero misero in dubbio che fossi ancora in grado ancora oggi, a distanza di decine di anni, di rifare quegli stessi mobili…e così gli chiesi di accettare una scommessa: che gli avrei realizzato un “comò Luigi XV” in scala 1:4. Loro accettarono, e persero. Ma mi chiesero, dopo aver visto il mobile finito, d’imparare a farli anche loro, e da allora non hanno mai più interrotto la loro produzione”.
Sono piccoli capolavori in miniatura quelli realizzati dall’Ebanisteria Sorrentino, gioiellini d’artigianato da collezione o destinati a custodire, con eleganza, oggetti e accessori.
E’ anche così che si garantisce il futuro di un’attività artigiana.
L’Ebanisteria Sorrentino è un’eccellenza campana.
Ed è anche, grazie a Salvatore Sorrentino, serbatoio di storie e saperi di un’arte nobile e antica qual è quella dell’ebanisteria:
“Mio nonno andava a scegliersi personalmente il legno da utilizzare per un mobile: armato di una “mazzola” di legno girava per le campagne, si avvicinava all’albero e iniziava a batterci sopra…se l’arnese rimbalzava non lo sceglieva, perché era indice di alto contenuto di acqua nel tronco; diversamente, in caso di pianta secca internamente, la contrassegnava con il gesso e chiedeva di tagliarla esclusivamente in fase di luna calante, quando cioè acqua e zuccheri contenuti nelle piante tendono a scorrere verso il basso e la terra; negli alberi questa miscela di acqua e zuccheri si fermava a circa un metro dal suolo, e solo da quell’altezza in su mio nonno chiedeva che venisse effettuato il taglio, in modo da evitare, durante la successiva fase di essiccazione naturale, che nel tronco vi fossero zuccheri e acqua che determinano la presenza di vermi e tarli nel legname. Una volta tagliato, il tronco essiccava poi a terra e successivamente destinata al taglio nelle segherie; le tavole così ottenute venivano poi lasciate all’esterno ed alle intemperie, e girate ogni giorno sottosopra per garantire un’essicazione integrale della tavola”.
L’ Ebanisteria Sorrentino è un piccolo grande patrimonio artigiano della città che, come tante altre realtà produttive artigianali “di qualità” partenopee, meriterebbe molta più attenzione, tutela e valorizzazione da parte delle Istituzioni e delle Rappresentanze locali.
Un artigiano che continua a lavorare produce lavoro, ricchezza, cultura e storia. Come i Sorrentino.
Un artigiano che chiude bottega, invece, produce solo buio, per sé ed intorno a sé.
E non bastano le insegne luminose di un ristorante o di un hamburgheria per rischiarare.
Le insegne luminose, per lo più, attirano gli allocchi.
Contatti
Salvatore Sorrentino
Ebanisteria
via Giovanni Bausan 28/G
80121 Napoli
081.402225
347.7371182
sorrentinosalvatore27@yahoo.it
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